Il PD che vogliamo - Programma

Documento programmatico 
a sostegno della candidatura di

Michele Padovese
a Segretario Provinciale di Pordenone



1. PREMESSA E INQUADRAMENTO

A Ottobre 2007 si costituiva il Partito Democratico. È stato il risultato di un percorso di unità, come capita di rado in Italia, tra diverse culture politiche (cattolica, socialista, laica, ambientalista) che hanno scelto di scommettere insieme per l’Italia su un futuro politico adeguato alle sfide del XXI secolo.

La sfida è stata colta, ma siamo certamente lontani dall’averla vinta.

Abbiamo costruito una identità comune sui valori di democrazia, diritti dei cittadini, solidarismo sociale, ispirazione europea.
Abbiamo costruito una nuova organizzazione di partito e di amministratori;
Abbiamo mobilitato milioni di elettori e simpatizzanti nell’elezione del segretario e degli organismi dirigenti.
Abbiamo consolidato una forza elettorale attorno al 30% che, nonostante le sconfitte, ci porta ad essere il Partito più forte nello schieramento progressista europeo.

Non abbiamo però ancora consolidato una leadership stabile (3 segretari in meno di 3 anni), non abbiamo superato le spinte conservatrici legate alle precedenti organizzazioni politiche, non siamo in definitiva riusciti a comunicare l’elemento di innovazione e cambiamento che il PD avrebbe dovuto portare nella politica italiana.

Tutti stiamo seguendo con interesse e sostenendo col massimo impegno le iniziative politiche della segreteria di Pierluigi Bersani, che sta tentando di portare la discussione politica fuori dalla contrapposizione personale con Berlusconi, mettendo al centro dell’interesse i gravi problemi che affliggono il nostro Paese e che la politica del Governo sta affrontando con superficialità e demagogia mediatica.

Pensiamo che la segreteria Bersani dovrà attuare urgentemente con maggior forza una azione di rinnovamento della classe dirigente, prescindendo dalle vecchie provenienze politiche e soprattutto con un occhio attento al profilo morale e ai comportamenti delle persone con responsabilità politica e amministrativa.

Il ruolo storico del Partito Democratico deve essere quello di costruire un progetto politico nella societa’ italiana ed europea fondato sui principi di:



  • solidarieta’ sociale



  • uguaglianza nelle opportunita’ individuali



  • moralita’ ed efficienza nell’esercizio delle responsabilita’ pubbliche



  • laicita’ dello Stato

Sono questi i grandi orientamenti e le ispirazioni di base enunciati nel nostro manifesto dei valori, che ci impongono, in questa fase politica, una opposizione forte e determinata rispetto alla dilagante deriva, prodotta dai governi di centro destra, che attecchisce in maniera preoccupante proprio nei nostri territori. Un’opposizione che deve essere culturale prima ancora che politica, e che rimanda ad un’idea precisa di cittadinanza e società che vede, in un quadro di chiara legalità, l’incontro e l’integrazione delle diversità come valori fondanti del Partito Democratico.


2. LA NOSTRA REALTA’
L’esperienza del PD nella provincia di Pordenone, come a livello nazionale, ha risentito delle sconfitte elettorali, in particolare quella delle elezioni regionali del 2008, seguita da quella delle elezioni provinciali del 2009.
Ciò nonostante, il radicamento sul territorio si è concretizzato con la costituzione di oltre 40 circoli del PD nei vari comuni della Provincia, nell’impegno continuo dei propri amministratori negli enti locali e nelle frequenti iniziative politiche dei circoli, della segreteria e del gruppo consiliare provinciali, in raccordo col gruppo consiliare regionale e soprattutto nei numerosi esempi di buona amministrazione prodotti dai governi di centro sinistra, sia a livello nazionale che locale.

La chiusura della fase congressuale a livello provinciale deve ora spingerci a dare ulteriore impulso al radicamento del partito Democratico sul territorio, ma soprattutto al posizionamento politico di forte innovazione sul fronte delle idee, della capacità di sintesi, delle relazioni con la società, della moralità pubblica.

La segreteria regionale di Debora Serracchiani costituirà certamente il riferimento adeguato a supportare il necessario percorso di cambiamento.

Ci dobbiamo porre, quindi, alcuni obiettivi di medio termine, sui quali pensiamo ci sia ancora molta strada da percorrere e su cui far convergere tutte le nostre energie.




  • Rendere evidente la discontinuità proponendo nei metodi, nei contenuti, nei protagonisti, una proposta politica rinnovata



  • Produrre una identità di partito che superi la frammentazione delle radici attraverso nuove sintesi unitarie sui grandi temi



  • Rafforzare il collegamento tra partito e mondo economico, sociale, culturale e associazionismo



  • Assicurare l’integrazione tra attività di partito e iniziative di amministrazione


3. GUARDANDO verso l’esterno…
Il Congresso 2009, l’avvio della nuova segreteria nazionale e regionale, l’approvazione parziale dello statuto regionale e il Congresso provinciale 2010 formano un continuum durante il quale si è molto discusso del Partito e della sua organizzazione interna. Ma nel frattempo, al di fuori, molto è accaduto e sta accadendo. Con il rischio, in parte già concretizzatosi, che altre forze politiche si facciano presenti laddove siamo mancati noi, perché distratti da altro.

Esemplificando: la crisi economica ha messo in ginocchio molte imprese ed in molti hanno lamentato la nostra assenza nelle assemblee, nei presidi, nelle manifestazioni più o meno allargate che hanno evidenziato un disagio diffuso e molta preoccupazione.
Anche attorno alla riforma del sistema di istruzione, dalla scuola primaria fino all’università, si sono raccolte espressioni di dissenso provenienti dalla società civile e rispetto alle quali la voce del partito è stato troppo flebile.
La stagione che ci attende deve dunque riportare il Partito Democratico alla sua funzione prioritaria, che è quella di un partito al servizio della comunità e non estraneo ad essa.

Anzitutto la coerenza. L’elettore percepisce chiaramente l’unità di un partito e la considera un valore di affidabilità. E’ perciò opportuno che nel contesto della provincia di Pordenone si sviluppi un dialogo interno tra le voci plurime del partito sulle diverse questioni – dalla privatizzazione dell’acqua allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità provinciale e regionale ai poli universitari decentrati tanto per fare degli esempi – per giungere ad una sintesi che affermi pubblicamente, in maniera chiara ed univoca, la posizione del PD. Le varie iniziative che vengono, per risultare davvero efficaci ed unitarie, necessitano di un opportuno coordinamento e non devono essere concepite per dare visibilità ai singoli promotori che di volta in volta si muovono per proprio conto. La questione vale anche a proposito dei temi eticamente sensibili, ove la libertà di coscienza deve essere garantita senza costituire macchia o zavorra alla chiara proposta di laicità del partito.

Ambiente (che comprende le vicende dell’acqua, dei rifiuti, delle cave, del nucleare), salute, mobilità, istruzione e cultura, lavoro e diverso sviluppo economico sono le prime macro-aree rispetto alle quali è subito necessario trovare la sintesi di cui sopra. Sono gli ambiti dove non ci è concesso essere tentennanti, ma per i quali la nostra posizione e la nostra voce devono essere fin da subito chiare e ferme.

La questione delle alleanze viene di conseguenza. Solo attraverso linee e programmi il più possibile trasparenti ed omogenei, sarà possibile incontrare altre idee, contributi ed apporti che consentano al Partito Democratico di trovare accordi elettorali con altri partiti o liste civiche che si dimostrino vicini e sensibili al nostro sentire. Le alleanze non devono essere limitate al semplice orizzonte elettorale, ma vanno costruite con pazienza e disponibilità nelle continue iniziative politiche comuni sul territorio.


Riassumendo:



  1. vogliamo un partito che non faccia proclami finalizzati ai puri risultati elettorali, ma proponga orizzonti sociali solidali che si possono perseguire concretamente, per garantire coerenza tra quel che si dice e quel che si fa



  2. vogliamo un partito aperto ai contributi e alle iniziative anche dei non iscritti, che si occupa delle questioni della gente con concretezza, cioè ascoltando e proponendo



  3. vogliamo un partito attento ai valori della moralita’ pubblica, che persegue l’obiettivo di eliminare i privilegi della classe politica e gli sprechi di risorse, nella convinzione che i nostri dirigenti devono dare ai cittadini il buon esempio di amministrazione oculata ed efficiente., con una proposta capace di attrarre il voto ma anche di indirizzare la democrazia secondo i valori costituzionali



  4. vogliamo un partito che fa programmi per il bene comune, attento alle giovani generazioni e ai soggetti deboli



  5. vogliamo un partito che si allea per governare il futuro, non per combattere gli avversari, non per spartire, non per garantire la sopravvivenza della propria classe politica

Manifesto e Statuto del PD già contengono questi indirizzi. Si tratta perciò di attuarli nel nostro territorio, a partire dall’impegno e dalla testimonianza di ciascuno. E’ questa la chiave per contrastare la sfiducia che ha cominciato a circolare rispetto alla novità del PD.


4. guidare il partito: il profilo della nostra candidatura



  1. L’accordo per la candidatura di Michele Padovese nasce e si rinforza nel segno di un partito plurale, a sostegno esplicito dell’azione politica della segreteria regionale guidata da Debora Serracchiani, segno del rinnovamento politico portato dal PD. Iscritti e cittadini sono stanchi di lacerazioni interne e chi è stato scelto democraticamente per la guida del ruolo chiave nel partito regionale deve poter contare sull’appoggio corretto, concreto e solidale delle segreterie provinciali, così da garantire che l’azione del partito si sviluppi in modo organico nel territorio regionale. Le componenti che hanno sottoscritto la candidatura di Michele Padovese si sono impegnate e continueranno ad impegnarsi manifestando apertamente questo disegno politico, perseguendolo coerentemente come linea permanente della propria responsabilità in una eventuale segreteria.



  1. Il congresso è un’occasione per mostrare il PD anche ai cittadini. Anche per questo, l’azione di chi ha proposto con la candidatura di Michele Padovese la volontà di una convergenza politica, è volta in modo esplicito e autentico a costruire l’unità e a sciogliere il nodo delle divisioni interne al partito così come sono state concepite sino ad oggi, cioè come famiglie storiche e non di merito. La costruzione dell’unità passa dal lavoro concreto dei circoli, dalla volontà di condividere gli sforzi e le decisioni politiche, dalla capacità di tacere le polemiche pubbliche…


5. UN’ORGANIZZAZIONE COERENTE
CON gli obiettivi
Riassumendo, alcuni obiettivi organizzativi che ci proponiamo sono:
il varo di modalità comunicative che sostengano la positiva percezione pubblica del partito e mettano tutti nella condizione di conoscere, confrontarsi e collaborare (3C)
un regolamento per l’assemblea provinciale che, garantendo trasparenza ed evitando rigidità, faciliti il confronto democratico
un piano programmatico che valorizzi la ricchezza e agevoli la costruzione di proposte pubbliche evitando sovrapposizioni
la valorizzazione delle risorse del partito



  • realizzazione di forum e gruppi di lavoro tematici coordinati dall’esecutivo e raccordati con il livello regionale



  • sostegno ai circoli in chiave di corresponsabilità



  • elaborazione politica che preveda il coinvolgimento degli amministratori
il varo di campagne di sensibilizzazione e azione su tematiche generali che affrontino nodi strategici del territorio
un piano formativo che affronti il tema del rinnovamento della classe politica e la valorizzazione delle risorse amministrative disponibili


6. GLI ORGANISMI DIRIGENTI



  1. La maggioranza che andrà a comporsi sulla base dei risultati congressuali, disponendo di una proposta articolata, dovrà garantire un pieno dispiegamento della stessa nel corso del mandato. Riteniamo che, chiunque vinca ha il dovere di governare, con il pieno leale coinvolgimento di tutto il partito attorno al programma che ha vinto; la minoranza ha il diritto-dovere di tribuna, con una piena agibilità politica offerta a tutti dall’assemblea che sarà perciò dotata al più presto di un regolamento e la cui presidenza sia finalmente garanzia di efficienza e di un metodo democratico che deve diventare sempre più sostanza e stile del partito. Nel caso in cui la maggioranza andasse a comporsi solo in assemblea, riteniamo debbano valere le stesse indicazioni




  1. Vogliamo che la nuova gestione provinciale del partito, espressione del pluralismo interno, veda lavorare concretamente insieme persone scelte per capacità e non per rigida appartenenza territoriale e di corrente. La costruzione unitaria del partito è convincente nella misura in cui i suoi quadri la vivono concretamente, così da garantire un’impostazione orchestrale dell’azione politica. Per questo con Michele Padovese, interprete credibile di questo stile, lavoreremo affinché si rendano disponibili e vengano coinvolte persone:



  • Dotate di competenze diverse, con incarichi integrati con il livello regionale e nazionale



  • Capaci di collaborare, di fare squadra, di integrare e sostenere l’azione del segretario e del gruppo



  • Libere di agire secondo l’orientamento politico costruito nel partito e con il segretario, per garantire l’unità mancata in questi anni, senza subire le pressioni e le spinte che provengono da antiche appartenenze



  • Autonome e autorevoli, così che il lavoro possa essere suddiviso e non vi sia necessità di professionismo politico




  1. Per garantire reale efficacia, il lavoro del segretario sarà sostenuto politicamente da un ristretto ufficio di segreteria (4-5 persone) espressione della maggioranza che ha sostenuto la candidatura. Sarà composto da figure di riferimento politico-istituzionale, così da garantire anche agilità e compattezza nell’esposizione pubblica del partito.




  1. La composizione dell’esecutivo, ove sarà presente la figura di un/a vicesegretario/a, sarà predisposta dalla maggioranza congressuale, comprendendo in ciò il coinvolgimento effettivo di tutte le componenti del partito. L’esecutivo sarà numeroso (10-12 persone) quanto serve a garantire concretamente qualità, quantità e autorevolezza d’azione, evitando l’attivazione di ulteriori organi di coordinamento e garantendo una conduzione dei lavori che eviti sintesi politiche elaborate all’esterno d’essa. Nel formarlo si cercherà in ogni caso di valorizzare al massimo il criterio delle competenze sulla base di un organigramma concordato (di seguito esemplificato), facendo ricorso il meno possibile alla chiave esclusiva delle appartenenze di gruppo che, come dimostrato dall’esperienza 2008-2010, costituisce uno dei principali motivi di stagnazione. Il lavoro dell’esecutivo dovrà trovare naturale legittimazione in assemblea.

Ecco un esempio di organigramma dell’esecutivo (su cui magari ciascuno può esercitarsi ad immaginare alcune proposte che poi potrà segnalare)


INCARICO
CHI
DA DOVE
AMBITO DI RESPONSABILITA’
1. Segretario



2. Vicesegretario


Salute, welfare, casa. Immigrazione
3. Ambiente


Rifiuti, acqua, agricoltura, montagna
4. Lavoro


Economia, lavoro, innovazione
5. Istruzione e cultura


Scuola, arte, spettacolo, interculturalità
6. Comunicazione e immagine partito


Rapporti con i media e comunicazione
7. Mobilità


Trasporti, viabilità, energia
8. Formazione


Formazione politica, formazione adulti e terza età, associazionismo
9. Pari opportunità Sport-Tempo libero


Pari opportunità, sport, pro-loco, turismo, tempo libero
10.Tesoriere


Finanziamenti, bilancio
11. Organizzazione


Gestione operativa, relazioni con i circoli, coordinamento campagne
12. Enti locali


Rapporti con gli Enti locali




Il presente programma è da considerare aperto a tutti gli iscritti, pertanto soggetto a modifiche condivise da tutti i sostenitori di Michele Padovese.